Armand Pierre Fernandez, meglio conosciuto come Arman, nasce nel 1928 a Nizza e lì frequenta la Scuola di Arti decorative. Successivamente si trasferisce a Parigi per studiare alla Scuola del Louvre; in quell’ambiente conosce il critico Pierre Restanv e l’artista Yves Klein. Inizia con la pittura, ma successivamente, sulla scia dei lavori di Pollock, De Stael e Kurt Schwitters, intraprende delle sperimentazioni basate sui materiali utilizzati ogni giorno. Realizza così le sue “Accumulazioni”, opere realizzate con oggetti come scarpe, telefonini, chitarre, ecc…, proprio ad evidenziare l’inizio dell’era del consumismo. Siamo intorno al 1960 quando Arman diventa uno dei maggiori esponenti del nouveau réalism con le sue “tele-sculture”. Comincia ad essere presente in mostre sparse in tutto il mondo: al MOMA di New York, al Walker Art Center di Minneapolis, allo Stedelijk Museum di Amsterdam, al Palais des Beaux-Arts di Bruxelles, alla Biennale di Venezia e al Documenta a Kassel. Intorno agli anni ’80 effettua un lungo soggiorno in Giappone dove realizza grandi sculture murali di utensili accumulati. Negli anni ’90 Arman continua, nonostante il successo internazionale, a lavorare con instancabile dedizione e coerenza. Molti lo definirono come un uomo generoso: spesso, infatti, si faceva pagare in natura.
La sua serie di sculture, intitolate “Atlantis”, sono frutto di un procedimento di fusione per il bronzo che lo fa apparire come deteriorato da immersione nell’acqua marina per lungo tempo.
Sono del 1995 le accumulazioni effettuate con diversi tagli di carta moneta e degli oggetti in relazione (caffettiere e macinacaffè, legno segato e sega per il legno, etc…).
Muore a New York il 22 ottobre del 2005.