CONSAGRA Pietro

Pietro Consagra nasce nel 1920 a Mazara del Vallo, in provincia di Trapani. Frequenta l’Accademia di Belle Arti di Palermo e nel 1944 si trasferisce a Roma, dove collabora con gli amici Giulio Turcato, Renato Guttuso e Mario Mafai. Nel 1947, insieme agli artisti Carla Accardi, Ugo Attardi, Piero Dorazio, Achille Perilli, Antonio Sanfilippo e Giulio Turcato, produce il manifesto che sarà pubblicato nel primo numero della rivista “Forma 1″. Con tale manifesto gli artisti hanno voluto rivendicare “la libertà di essere ad un tempo marxisti e formalisti “, dando l’incarico all’astrattismo di compiere un vero e proprio rinnovamento dell’arte. Secondo Consagra, la sua scultura è piena di idee dirette ad  «esprimere il ritmo drammatico della vita di oggi ,con elementi plastici che dovrebbero essere la sintesi formale delle azioni dell’uomo a contatto con gli ingranaggi di questa società dove è necessaria volontà, forza, ottimismo, semplicità, chiarezza.» Per un bisogno morale, Consagra identifica la scultura non più nella sua tridimensionalità, ma l’alleggerisce in una visione frontale, per liberarla dal peso storico e ricondurla ai concetti essenziali, per far si che essa sia un dialogo unico con chi la osserva.

Partecipa nel 1954 e nel 1956 alla Biennale di Venezia con le sculture in bronzo, dal titolo “Colloqui”; proprio nella  Biennale del 1956 riceve il Premio Einaudi per aver semplificato e rinnovato il concetto di scultura. Negli anni a seguire partecipa anche: alla 3° Biennale di San Paolo, in Brasile; all’ Honorable Mention del Carnegie Institute di Pittsburg; al Prix de la Critique Belgique a Bruxelles. nel 1960 vince il Premio della Scultura alla XXX Biennale di Venezia e dopo quattro anni partecipa al Documenta III a Kassel.

Nel 1972 Consagra posiziona nel luogo della mostra Aspetti della Scultura Italiana, della XXXVI Esposizione Interanzionale di Venezia, 7 sculture in legno, alte tre metri, fissate in modo tale da non permettere una completa osservazione dell’opera; simbolo per l’autore, del coinvolgimento di chi osserva nell’attraversamento di una trama.

Realizza diverse opere per Gibellina Nuova, distrutta dal terremoto del 1967, tra cui si ricordano: il “Meeting”, edificio frontale in muratura, ferro e vetro, che al posto delle scale, ha dei camminamenti inclinati; la “La Porta del Belice” una gande stella, alta 24 metri, in acciaio inox.
Fra le sue ultime grandi opere, nel 1998, esegue una scultura in marmo, dedicata a Giano, alta più di cinque metri, situata a Largo Santa Susanna a Roma. Si spegne a Milano nel 2005, ma le sue volontà sono state quelle di essere seppellito nel cimitero di Gibellina.
Insignito della medaglia d’oro come Benemerito della Cultura e dell’Arte dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, oltre che scultore, Consagra è stato anche scrittore e critico, collaboratore di molte pubblicazioni d’arte.

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