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Emilio Vedova nasce a Venezia nel 1919 da una famiglia di operai artigiani. Comincia la sua carriera artistica da autodidatta. Nel 1942 aderisce al movimento antinovecentista “Corrente”, di cui ne fanno parte anche Renato Guttuso e Renato Birolli. Antifascista, partecipa alla Resistenza tra il 1944 d il 1945, mentre l’anno seguente firma a Milano il manifesto “Oltre Guernica”. Sempre nel 1946 fonda a Venezia il movimento “Fronte Nuovo delle Arti”, in origine denominato “Nuova Secessione Italiana”. A soli 29 anni partecipa alla XXIV Biennale Internazionale di Venezia riscuotendo un grandissimo successo: infatti, nel 1952, gli verrà dedicata una sala personale. Tra il 1949-1950 Vedova aderisce al progetto della Collezione Verzocchi, avente come tema il lavoro nella pittura contemporanea, con l’opera “Interno di fabbrica”. Famosissimi sono i suoi cicli “Scontro di situazioni”, “Ciclo della Protesta” e “Cicli della Natura”, degli anni cinquanta.
Nel 1960 riceve il Gran Premio per la pittura e nel 1961 realizza le scenografie ed i costumi per la rappresentazione “Intolleranza ’60″ presso il Teatro La Fenice, di Luigi Nono con la quale collaborerà anche più tardi. Abbandona il neocubismo, formato dalle geometrie nere, ad una pittura composta da gesti automatici ed astratti.
Ha partecipato a diverse edizioni di Documenta di Kassel e dal 1965 al 1967 ha lavorato allo “Spazio/Plurimo/Luce” per l’Expo di Montreal. Ha insegnato in varie Università americane, alla Sommerakademie di Salisburgo ed all’Accademia di belle arti di Venezia. La sua carriera artistica è caratterizzata da una costante volontà di ricerca e forza innovatrice. Negli anni settanta realizza i “Plurimi Binari” dei cicli “Lacerazione” e i “Carnevali” e negli anni ottanta i grandi cicli di “Teleri” fino ai “Dischi”, “Tondi”, “Oltre” e “…in continuum…”. Riceve numerosi e prestigiosi premi e riconoscimenti tra cui il Leone d’Oro alla carriera nel 1997.
Muore nella sua Venezia nel 2006, dopo appena un mese dalla scomparsa della propria moglie.